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1450: i Cavalieri dell'Urbe della Città di Torino
Questa è la prima significativa trasformazione da Cavalleri dell'Ordine.
Nell'Archivio Storico del Comune esiste un documento, datato 1° gennaio 1546, in cui si fa esplicito riferimento al fatto che le guardie del Vicariato (Cavalieri dell'Urbe della Città di Torino) dovessero gestire direttamente anche un carcere. Era un segno della continuità : i Cavalleri dell'Ordine erano diventati Cavalieri dell'Urbe.
La gestione delle carceri sarà uno dei servizi tipici delle guardie civiche fino all'Ottocento.
Con questa nuova denominazione si ha chiaramente l'indicazione che questo Corpo è creato per la città di Torino, per poterne seguire e controllare lo sviluppo.
1576: i Cavalieri di Virtù
Nel 1576, il 17 maggio, appare la creazione "per conto del Comune" di un Cavaliere di Virtù, retribuito con dodici fiorini al mese per provvedere ai poveri, reprimere i vagabondi, sorvegliare le persone sospette.
La parola "virtù" si ripete molto spesso, in questo periodo, in enti con compiti di sociali, è di questo periodo, ad esempio, la nascita del Regio Albergo di Virtù di piazza Carlina, destinato ad ospitare i ragazzi orfani della nostra città.
Ma con i primi ampliamenti della città, il personale diventa insufficiente e, il 27 gennaio 1588, si hanno delle "Patenti colle quali il duca Carlo Emanuele I autorizza la città ad eleggere altri fiscali e cavalieri in aggiunta a quelli esistenti".
Il 29 maggio 1592, esce un "Rescritto della principessa donna Caterina d'Austria, duchessa di Savoia, con cui sono approvati i capitoli e gli ordini circa la disciplina dell'accattonaggio. Supplica della città; ordini da osservarsi dal Cavaliere di Virtù ... per la vigilanza sull'accattonaggio".
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