La scuola di Giulia


Scuola carceraria femminile (XIX secolo)

“… le lezioni erano faticose, nessuna di quelle femmine sapendo leggere. La Marchesa le divise per classi secondo che vedea maggior memoria e migliori disposizioni. …
Fece fare un grande alfabeto sopra una tela stesa da cornice, e sebbene le fosse ignoto il metodo usato dalle suore di San Giuseppe, immaginò ad un di presso il medesimo. Servivasi di una conocchia una battuta a terra quando fallivano, e tre quando la leggente doveva tacere per lasciar leggere la vicina…
Le prigioniere pervenute a saper leggere vennero incaricate della scuola, e la Marchesa badava alla regolarità dell’insegnamento ed al successo”.
(Silvio Pellico, op. cit., pp. 18, 36)

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