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«Siamo nate all'inizio del secolo, il 20 dicembre 1911, allo scopo di tener viva e completare la coltura che le Signorine hanno ricevuta nella scuola secondaria ed insieme di educare la coscienza civile e morale delle medesime a retti ed elevati ideali»
L'associazione
Pro Cultura Femminile nacque il 20 dicembre 1911 per iniziativa di un
piccolo gruppo di insegnanti illuminate, in un momento storico in cui
il numero di giovani donne cui era permesso terminare il liceo o frequentare
l'università era ancora esiguo; le donne non potevano neppure accedere
alle poche biblioteche pubbliche, dove "avrebbero potuto trovare
dei testi non adatti". La cultura dell'epoca prevedeva, infatti,
che la donna si occupasse prevalentemente (quando non esclusivamente)
della casa e dei figli.
Il 1911 aveva visto Torino protagonista della "Esposizione internazionale
delle industrie e del lavoro" che, con oltre 7 milioni di visitatori,
aveva portato nel capoluogo subalpino un'ondata di rinnovamento: sul finire
di quell'anno, seguendo l'esempio della Società di Cultura fondata
nel 1898 e riservata ai soli uomini, la fondazione della Pro Cultura Femminile,
che si presentò fin dalle origini come associazione di genere,
apartitica e aconfessionale, rappresentò un'idea del tutto rivoluzionaria.
Poco dopo la sua costituzione l'Associazione si dotò di una biblioteca
composta da 150 libri donati dalle prime 150 socie, quasi tutte studentesse,
che furono collocati in un locale all'interno della Scuola Normale Maria
Laetitia presso la quale insegnavano le fondatrici.
In seguito, con il benestare delle famiglie e il trasferimento in una
sede propria, l'associazione diede inizio all'organizzazione di conferenze,
esecuzioni musicali, corsi e mostre, letture poetiche e proiezioni luminose,
attività che offrivano alle giovani donne non solo la possibilità
di accedere a un luogo "idoneo", fuori casa, in cui ritrovarsi
per ottenere libri in lettura, ma anche la possibilità di partecipare
con le proprie insegnanti a gite culturali e sportive in città
e fuori.
Fin dall'inizio l'Associazione non si dedicò soltanto alla cultura
femminile, ma volle apportare un suo contributo personale alla città:
nel 1919 fu costituita la Pro Cultura Musicale, sua sezione
autonoma, aperta all'intera cittadinanza e per la quale si esibirono a
Torino i più insigni esecutori e compositori del mondo. Tra essi,
Wilhelm Backhaus, Arturo Benedetti Michelangeli, Edwin Fisher, Walter
Gieseking, Wladimir Horowitz, Wanda Landowska, Yehudi Menhuin, Gregor
Piatigorski, Ottorino Respighi, Arnold Schönberg, Igor Strawinsky.
L'organizzazione di stagioni concertistiche annuali di altissimo livello,
con una ricca serie di prime esecuzioni assolute in Italia, fece assurgere
la Pro Cultura Musicale al rango delle più importanti società musicali europee. Trasformatasi nel 1956 in Società di
Musica da Camera, rimase attiva fino al 1964.
Nel 1930, quando ancora la città era dotata di poche sale
di esposizione, fu inaugurata la Sezione Arti Figurative, che organizzò
e curò interessanti mostre di libri, di pittura, di scultura, di
artigianato. Tale sezione apportò, negli anni tra le due guerre,
un rilevante contributo alla cultura torinese non soltanto nel campo della
pittura ma nei campi della decorazione e del gusto in generale.
Durante la seconda guerra mondiale la sede fu, almeno periodicamente,
tenuta aperta sfidando il pericolo delle bombe. Quando la sala di lettura
fu distrutta da un bombardamento che causò la perdita di 2000 volumi,
furono aperte due sedi temporanee, una a Torre Pellice e l'altra a Ceres,
entrambe località che nel 1942 ospitavano numerose socie sfollate.
Tale trasferimento permise al contempo di salvare una ingente parte della
biblioteca e di non interrompere l'attività dell'Associazione.
Nel 1948, in collaborazione con il Teatro Stabile e con il Teatro
Z, venne fondata una Sezione Teatrale e, nel 1964, vide
la luce il Cine Club della Pro Cultura, che riscosse immediatamente
un vasto successo.
Al termine del conflitto fu inaugurata l'iniziativa della Vetrina del
Melodramma e in seguito l'Associazione, con il cambiamento del clima
culturale e con l'ulteriore evolversi della posizione della donna nella
società, ampliò ulteriormente la sua offerta di attività per adeguarsi alle nuove esigenze delle socie.
Attualmente la Pro Cultura Femminile prosegue il suo servizio culturale con conferenze presso l'Archivio di Stato di Torino e la Biblioteca Civica "Calvino" e con viaggi e visite al patrimonio artistico italiano.
Le
conferenze hanno avuto ed hanno ancor ora un ruolo di grande rilievo per
l'attuazione del progetto culturale dell'Associazione, proponendo studiosi
ed esperti di fama internazionale e temi centrali del sapere nei mutevoli
scenari di un secolo di vita dal 1911 ad oggi. Nell'ambito degli illustri
conferenzieri che si sono succeduti nelle sale delle diverse sedi vanno
annoverati Albert Béguin, Ferdinando Neri, Ildebrando Pizzetti,
Gaetano Salvemini, Rabindranath Tagore, Adolfo e Lionello Venturi.
Le conferenze erano affiancate da corsi monografici che spaziavano dalla
storia alla politica, dall'arte alla scienza, dalla poesia alla musica,
dal bridge alla floricoltura.
Per meglio informare le socie in merito all'organizzazione di eventi e iniziative, l'Associazione diede inizio nel 1914 alla pubblicazione di un Bollettino mensile che conteneva i riassunti delle conferenze, i programmi delle gite, le recensioni di libri e, dal 1920, la segnalazione delle novità librarie acquisite in biblioteca.
«La
Biblioteca della Pro Cultura Femminile è nata nel 1911 da un pugno
di libri, poco più di un centinaio di volumi, che le giovani allieve
della Scuola Normale Maria Letizia di Torino portarono a scuola, su suggerimento
delle loro illuminate insegnanti, per scambiarseli fra di loro e quindi
poterne usufruire tutte, non essendo in quegli anni ancora possibile per
le ragazze avere accesso alle biblioteche pubbliche.
Contemporaneamente
a questa biblioteca, cuore pulsante che man mano cresceva, si costituì
la "Società Pro coltura femminile", che fin dall'inizio
sviluppò per le socie, nel tempo e in varie sedi successive, moltissime
altre attività culturali parallele: conferenze, concerti, corsi,
viaggi, ecc.
Questo primo nucleo di libri crebbe nei decenni che seguirono, trasformandosi
nell'importante biblioteca che oggi vanta oltre 43.000 opere, con testi
rari e preziosi, dai classici di tutte le letterature ai contemporanei,
con particolare riferimento alla letteratura francese che è presente
nelle opere, alcune oggi introvabili, dei suoi più grandi autori.
Nel 2003, con la chiusura dell'ultima sede dell'associazione, questo straordinario
patrimonio librario, su cui si sono anche formate generazioni di studiosi, è stato affidato alla Biblioteca Civica di Torino, che da allora
lo custodisce con grande cura.
A tutt'oggi l'attività della "Pro Cultura Femminile" continua presso l'Archivio di Stato di Torino, che ha accolto il suo archivio
storico e ne ospita settimanalmente le conferenze.»
La Presidente
Gabriella Balbiano d'Aramengo
Il primo nucleo della Biblioteca includeva opere in linea con la cultura
positivista dominante, classici greci, latini, italiani e di scrittori
stranieri, nonché le riviste più qualificate e libri di
"amena lettura".
Nel Ventennio fascista si acquisirono testi graditi al regime, ma anche
opere di autori inglesi, americani, francesi, scandinavi e polacchi. Non
mancarono i testi di Gobetti, Salvemini, Croce. In questo periodo la Biblioteca
della Pro Cultura, fu un salotto "culturale" che portò,
nell'anno 1922, più di 1800 donne a iscriversi, cifra mai più
superata.
La Pro Cultura si occupò anche dei lettori più giovani e
curò un ricco settore destinato alla letteratura per ragazzi. Nel
1984 tale prezioso patrimonio fu affidato alla Fondazione Alberto Colonnetti
di Torino.
Notevole impegno fu la trascrizione in Braille, da parte delle socie,
di testi richiesti da parte di lettori non vedenti. I volumi furono ceduti
al "Madrinato della luce" nel 1956.
La Biblioteca della Pro Cultura Femminile contava un patrimonio di circa
43.000 opere quando, nel 2002, fu affidata alle Biblioteche civiche torinesi
che oggi le custodiscono con cura in un loro deposito, in attesa e nella
speranza di poterlo un giorno rendere di nuovo agevolmente fruibile.
Nelle sue raccolte essa conserva un ampio panorama della cultura europea
del ventesimo secolo e dei classici della letteratura mondiale, con particolare
riferimento alla letteratura francese. Vanta alcuni testi oggi introvabili
e annovera numerose sezioni di cultura generale, di narrativa e di critica
letteraria italiana e straniera.
Settore Sistema bibliotecario urbano della Città di Torino - Via della Cittadella 5 - 10122 Torino
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