“Praticando colle famiglie dei poveri e vedendo come spesso ivi i pargoletti patiscano e sieno per necessità trascurati dai genitori, si ricordò di aver visitato in Francia alcune sale d’asilo, e si convinse che, mediante uno spirito non di mondana filantropia, ma di vera religione, simili scolette infantili possono essere assai giovevoli. Fu dessa la prima ad introdurre in Piemonte e le pose nel proprio palazzo.”
“Ve ne sono due una pei maschi, l’altra per le femmine, ed in tutto vi si accolgono più di 260 fanciulli. L’ufficio delle maestre venne nei primi giorni affidato a persone secolari, poscia ad alcune suore d'una congregazione che l’abb. Rosmini aveva stabilita a Locarno. Queste furono surrogate da suore di Sant’Anna.”
“Non si dipartì mai Giulietta dalla massima
di effettuare le sue opere senza cercare di far rumore, quindi non è
strano che poco si badasse alle sale d’asilo da Lei introdotte.
Più tardi il suo esempio fu seguito in Torino e nelle provincie
dello Stato…”
(Silvio Pellico, op. cit., pp. 53-54)
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